IL TRUST, LA PROTEZIONE DEI PATRIMONI E IL RUOLO DEL PROFESSIONISTA

La protezione del patrimonio viene realizzata attraverso lo strumento del TRUST con specifiche applicazioni per le imprese, per il terzo settore (ONLUS – FONDAZIONI), per le famiglie (nel passaggio generazionale – nel “dopo di noi” – nella tutela dei soggetti svantaggiati – negli accordi di separazione). I beni escono dal patrimonio del disponente senza mai entrare a far parte del patrimonio del trustee e, quindi, lo stesso non è soggetto alle pretese di terzi creditori, siano essi del disponente o del trustee. Lo scopo di segregazione dei beni, e la conseguente protezione, è una delle caratteristiche più apprezzate del trust, sicché esso risulterà insensibile ad ogni evento pregiudizievole che coinvolga personalmente uno o più soggetti protagonisti. Per questa ragione il trust è impiegato per separare e proteggere i patrimoni personali, mantenendo la riservatezza e ponendo come scopi: - la tutela dei minori e dei soggetti diversamente abili; - la tutela del patrimonio per finalità successorie: di frequente il trust viene costituito allo scopo di tutelare un patrimonio nel passaggio generazionale o dallo sperpero ad opera di soggetti incapaci di amministrarlo; - la tutela del patrimonio che potrebbe essere compromesso da attività professionali rischiose. Il trust può dare vantaggi fiscali, ma se il risparmio di imposta è l’unico motivo che ha spinto ad istituire un trust è considerato illegittimo e sanzionato. Come qualsiasi istituto giuridico l’uso elusivo od evasivo è contrario alle norme di legge. Pur non essendo il trust codicisticamente tipizzato, il ricorso a questo eclettico istituto deve essere attentamente valutato dal professionista sul quale incombe un onere di carattere motivazionale che, correttamente esplicitato al cliente/disponente, può portare alla realizzazione di una molteplicità di scopi diversamente non raggiungibili.

 

Avrella Luciana

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